Oggi ho deciso di affrontare questo argomento sempre più caldo e quanto mai frainteso.
La dieta Chetogenica
NON E’ una dieta iperproteica, NON si può fare per sempre, SE FATTA BENE NON fa male alla salute di un soggetto senza particolari patologie pregresse e NON possono seguirla tutti.
La dieta chetogenica è una DIETOTERAPIA e va osservata con criterio e assicurandosi di essere seguiti da un professionista che sa cosa sta facendo.
Come funziona la dieta chetogenica?
Si ingerisce un apporto bassissimo di carboidrati, talmente basso che all’organismo sembra che non ci siano.
Meccanismo BIOCHIMICO:
- Il ridotto apporto di carboidrati porta alla riduzione dei livelli ematici di insulina
con l’inibizione della sue attività glicogenosintesi (conservazione del glucosio sotto forma di glicogeno) e liposintetica (formazione di lipidi).
- Il rapporto insulina/glucagone viene così invertito a favore di quest’ultimo.
Il glucagone è un ormone tipicamente lipolitico (distruttore di grasso) e la sua azione è rivolta soprattutto ai trigliceridi di riserva, contenuti negli adipociti dell’organo adiposo (le maniglie dell’amore, ad esempio, che quindi vengono “distrutte”).
- Vengono chiamati in campo i due componenti dei trigliceridi: glicerolo e acidi grassi liberi. Il glicerolo viene trasformato in glucosio (gluconeogenesi epatica) contribuendo alla normale concentrazione ematica di glucosio.
- Gli acidi grassi liberi invece subiscono due diversi destini; in gran parte vengono ossidati nella muscolature scheletrica (e quindi si ha una preservazione della massa magra) e in piccola parte invece subiscono una trasformazione che li fa diventare corpi chetonici.
- Si crea quindi un sistema di controllo reciproco tra corpi chetonici e insulina che assicura una chetosi moderata e stabile.
Direi che può bastare così con la spiegazione biochimica, però spero sia chiaro che non è magia nè fortuna, ma scienza e come tale va applicata.
Quindi una dieta chetogenica o si fa o non si fa.
Non c’è una via di mezzo, uno sgarretto o un po’ di libera interpretazione.
Dieta Chetogenica e Paure
Le paure riguardo la dieta chetogenica sono sempre tante, e talvolta immotivate, la mia preferita è quella che attanaglia giustamente tutti : “se perdo peso in fretta, lo riprendo subito”.
Essendo che la scienza è esatta e che la chetogenica si fa o non si fa, se si fa funziona!
Quindi è un ottimo metodo per dimagrire in fretta e bene, conservando la massa muscolare e perdendo quella grassa.
⏱Una rapida ripresa di peso dopo un importante e rapido calo ponderale non è supportata scientificamente.
Ed è conseguenza del fatto che non si applica una corretta alimentazione di mantenimento, così come accade per tutte le altre diete dimagranti.
In particolare le diete fortemente ipocaloriche devono essere seguire da un ottimo lavoro di Reverse Diet cioè una ripresa graduale dell’introduzione di calorie e macronutrienti.
(questo perita un articolo a parte)
Ormai già ben oltre 15 anni fa è stato dimostrato che una perdita di peso ottenuta con una dieta a bassissimo apporto calorico, seguita da un programma per il mantenimento del peso, permetteva di mantenere i risultati più a lungo [1], con notevoli miglioramenti metabolici [2].
Si è dimostrato infatti che quando si adotta uno stile di vita sano e si pratica regolare attività fisica (30-40 min al giorno di camminata veloce, niente di assurdo per intenderci),
il rapido ed iniziale calo di peso, dovuto a una dieta ipocalorica o molto ipocalorica,
seguite da una dieta ipocalorica bilanciata, della durata di almeno un anno, favorisce il mantenimento del peso perduto.
Quindi l’impegno è chiaramente a lungo termine, ma questo vale per qualsiasi dieta.
Raggiungere un obiettivo per essere più sani e in forma cambiando lo stile alimentare e le abitudini significa anche mantenerle nel tempo.
Tornare a una vita sregolata e poco attiva significa anche tornare a rimettere il corpo nelle condizioni iniziali.
Come è nata la chetogenica?
Pare che l’inventore sia stato Gesù, infatti la dieta chetogenica mima quello che succede nel nostro organismo quando siamo sottoposti ad un digiuno prolungato.
Nel vangelo di Matteo si legge che Gesù curò un bambino “indemoniato” prescrivendogli preghiera e digiuno. “Questa razza di demòni non si scaccia se non con la preghiera e il digiuno”.
Ormai è noto che la dieta chetogenica è la terapia di prima scelta per alcune malattie metaboliche che danno anche epilessia, anche in pazienti in età pediatrica.
In tanti, meno famosi del figlio di Dio, hanno poi lavorato e rielaborato diete a privazione di carboidrati fino ad arrivare alla conclusione che una privazione di carboidrati, un aumento dell’apporto dei grassi e un normale apporto di proteine fossero la formula perfetta per avere una dieta ipocalorica, sbilanciata, chetogena, e sicura.
La dieta chetogena è dunque SBILANCIATA, e deve essere TRANSITORIA, non può essere fatta per tutta la vita, anche perché e impegnativo sia socialmente che mentalmente mantenere un’alimentazione del genere se non è usata come terapia.
Essendo sbilanciata non è esattamente educativa, ma un ritorno progressivo alla normalità e a una dieta di mantenimento possono renderla molto utile.
Per chi è indicata?
- Obesità
- Sovrappeso con obesità addominale
- Diabete di tipo 2
- Apnee notturne
- Patologie dell’apparato locomotore
- Sindrome dell’ovaio policistico
- Malattia renale
Per chi NON è adatta?
- Diabete di tipo 1
- Insufficienza renale
- Grave insufficienza epatica
- Insufficienza cardiaca
- Aritmie cardiache
- Gravidanza e allattamento
- Infanzia e adolescenza
- Disturbi psichiatrici gravi[3]
Insomma la chetogenica è una dieta utile, senza rischi per chi non ha caratteristiche fisiologiche o patologiche particolari, blocca la fame, rende più vigili e attenti, aiuta a dimagrire e alla fine è anche comoda, ma va seguita con l’aiuto di un professionista che agisca in scienza e coscienza sempre.
Fonti:
1. Atrup A, Rossner S. Obes Rev 2000; Anderson JW. Am J Clin Nutr, 2001
2. Anderson JW. Am J Clin Nutr, 1994
3.Baker S, Jerum G, Proietto J. Effects and clinical potentialof very-low-calorie-diets (VLCDs) in type 2 diabetes. Diabetes Res Clin. Pract. 2009 Sept; 85(3): 235-42